Gazzetta del Sud - di sabato 27/10/2001
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Capo
d'Orlando
/ Importante scoperta archeologica in via Libertà
È riemersa Agatirno?
Franco Perdichizzi
CAPO D'ORLANDO
– Le origini di Capo d'Orlando che, secondo la
leggenda risalirebbero alla mitica città di Agatirno (dal nome del suo
fondatore, il figlio di Eolo) e quindi ai tempi della guerra di Troia,
potrebbero aver trovato in questi giorni una conferma.
Un ritrovamento
archeologico di grande importanza, infatti, è venuto alle luce in
questi giorni durante gli scavi che la Soprintendenza sta effettuando da
alcuni mesi in un sito di via Libertà, proprio dove alcuni mesi fa
furono rinvenuti altri reperti di grande valenza.
Si tratterebbe di uno
dei ritrovamenti archeologici più importanti effettuati sinora;
sicuramente unico nel suo genere lungo la fascia costiera della
provincia di Messina.
Una scoperta che confermerebbe le origini
preistoriche di Agatirnum, la città da cui deriverebbe Capo d'Orlando.
«Si tratterebbe – afferma la sovrintendente Giovanna Bacci – di un
insediamento preistorico dell'età del bronzo, gli ultimi secoli prima
del 1000 avanti Cristo.
Si tratta di una capanna con molto materiale
ceramico, riferibile a quell'epoca.
Vi è un grande interesse per questo
ritrovamento».
Gli scavi in cui è stato effettuato il ritrovamento
sono gli stessi dove alcuni mesi fa erano stati rinvenuti reperti di
grande interesse, poi trasferiti nei musei.
Si tratta di un sito
adiacente a un cantiere edile in via Libertà, ai piedi del santuario
della Madonna.
«Proprio questo particolare costituirebbe la conferma
– continua la dott. Bacci – delle origini preistoriche di questo
sito, centro di Agatirnum che sembra fosse ubicato nella zona di Capo
d'Orlando».
A pochi metri dal cantiere, in via Letizia, negli anni 80,
durante i lavori di costruzione di un fabbricato, vennero alla luce
corredi tombali, scheletri e pìthoi, mentre nel secolo precedente
venne ritrovata una lapide marmorea nei pressi di casa Cangemi, sempre
nelle vicinanze.
I ritrovamenti più significativi sono comunque quello
di Bagnoli del 1986 e quello di Miramare, una zona adiacente all'attuale
cantiere.
Nella contrada di Bagnoli , vicino l'attuale porto turistico,
sono venuti alla luce i resti di una zona termale, facente parte di
un'antica villa romana, mentre nella zona di Miramare alcuni contadini
trovarono una testa di terracotta che alcuni studiosi locali farebbero
risalire al volto di Agathyrnos.
Attualmente sono in corso gli
accertamenti per risalire all'età del reperto.
Circa il futuro della
campagna di scavi in via Libertà e il mantenimento di quanto sinora
scoperto, alla luce della grande densità abitativa esistente nella zona
dei ritrovamenti, la dott. Bacci dice: «Per il momento è difficile
dirlo, comunque sarà sicuramente tutelato quanto è stato trovato.
Il
problema è che gran parte di questi insediamenti si estendono al di
sotto della zona abitata; comunque, prevediamo di proseguire le
ricerche, lì dove si può scavare».
È stata quindi trovata la prova
dell'esistenza di Agatirno? È ancora presto per dirlo, ma certamente i
ritrovamenti che si susseguono lasciano sperare.
I testi antichi
sostenevano che Agatirno sorgesse tra Tyndaris (Tindari) e Calacte (Caronia),
senza fornire altre indicazioni.
Molti autori comunque ne attestano
l'esistenza senza alcun dubbio; tra questi Diodoro, Plinio e Tolomeo, ma
lo stesso fanno i storici più recenti quali il Meli e il Fazello.
L'antica città, secondo costoro, era compresa tra le contrade di S.
Martino, Certari, Catutè e S. Gregorio.
E lì dove sono avvenuti in
questi giorni i ritrovamenti è proprio il centro di questi siti.