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p   Calogero Onofaro  "u Putiaru"

Calogero Onofaro _ detto “mastru Caloriu u zoppu” ___ 21 novembre 1910 - 4 settembre /1975 ___ Calogero Onofaro _ detto “mastru Caloriu u zoppu” ___ 21 novembre 1910 - 4 settembre /1975 ___ Calogero Onofaro _ detto “mastru Caloriu u zoppu” ___ 21 novembre 1910 - 4 settembre /1975 ___

Calogero Onofaro

(Capo d'Orlando, 21 novembre 1910 - 4 settembre 1975)

detto “mastru Caloriu u zoppu”
di Umberto Tonarelli

Il ricordo che, in maniera lucida mi accompagna da circa 40 anni, è rivolto ad un personaggio Orlandino di cui voglio parlare:

Calogero Onofaro detto “mastru Caloriu u zoppu”. (21 Novembre 1910 -- 04 Settembre 1975).

Egli era un uomo sul cui fisico, chissà per quale inconcepibile motivo, la natura si è molto distratta.

Calogero, infatti, era disabile sia di gambe che di braccia, aveva gambe corte e poco sviluppate, braccia storte, le mani anch'esse storte e capovolte.

Calogero viveva con gli l'anziani genitori, don Natale Onofaro e donna Ciccina Letizia, in una vecchia casetta sulla via Trazzera Marina in Capo d'Orlando di fronte Piazza Mormino, la dove ora sorgono le nuove case.

Con i suoi gestiva una piccola "putia" (bottega), vendevano pasta, pane, vino e gassose anche a bicchiere, birra e qualche pacco di caramelle, l'arredamento era composto da un bancone, un vecchio tavolo di legno per giocare a carte e quattro sedie con i sedili di spago intrecciato.

D'estate per mantenere fresche le gassose Cucinotta e le birre Messina usavano un metodo naturale: inserivano dentro un sacco le bevande che legavano con una corda e calavano in un pozzo vicino per poi tirarle fuori all'occorrenza, cosicchè la "putia" tirava avanti.

Calogero era molto intelligente e ingegnoso, si spostava per il paese a bordo di una carrozzina tipo un triciclo a due posti, uno per lui che guidava con le mani e col mento, l'altro dietro riservato ad un accompagnatore "volontario" che lo aiutava a mettere in moto a spinta la fatiscente carrozzina.

Gli accompagnatori abituali erano i fratelli Carlo, Elio, Cono e Antonio Foti, bravi ragazzi apprezzati per il loro altruismo.

Si spingeva la carrozzina, Calogero inseriva la marcia e via!

Un salto al volo sul sedile di dietro e tra il fumo e il rumore della marmitta si partiva.

Spesso avrei voluto essere io l'accompagnatore ma a sei - sette anni non ero capace di spingere quella strana macchina che tanto mi affascinava.

La cosa che ha fatto si che questo ricordo restasse indelebile nella mia mente, a parte la carrozzina a motore, e stato sicuramente il vero mestiere che "mastru Caloriu u zoppu" faceva!

Un uomo quasi senza gambe, le braccia storte e le mani capovolte, che mestiere poteva fare per campare? Già per campare! A quei tempi l'assistenza dello Stato nei confronti dei disabili era pressochè nulla.

La cosa sconvolgente era che Calogero faceva l'orologiaio, aggiustava orologi e sveglie, vederlo all'opera era uno spettacolo.

Lucio Battisti in un famoso brano cantava, "quel gran genio del mio amico con un cacciavite in mano fa miracoli".

Calogero i miracoli li faceva con un cacciavite in bocca!

Non e facile descrivere ciò che quest'uomo era in grado di fare, pensate che svitava le microscopiche viti degli orologi con un cacciavite da lui costruito con un pezzo di fil di ferro grosso che, sfregando su una pietra modellava a taglio, dal lato opposto, come manico, un pezzo di legno cilindrico che metteva in bocca e con uno strano movimento della mascella e dei denti faceva girare con altissima precisione, ricordo anche che teneva il cacciavite attaccato ad una calamita cosicchè si magnetizzasse e le viti vi rimanessero attaccate, per poi, sempre con i denti depositarle nelle lunghe unghie che utilizzava come piccole palette, in pratica gli attrezzi di lavoro utilizzati si riducevano ad un paio di cacciaviti da lui costruiti e alle sue unghie.

Purtroppo, mastru Caloriu non riusciva a fare tutti i tipi di riparazioni, quando ad esempio riscontrava, sempre col cacciavite tra i denti, che l'asse bilanciere era rotto, prendeva la carrozzina con l'equipaggio e via in paese a portare l'orologio da qualcuno più attrezzato.

L'asse bilanciere e l'asse, appunto, di quella rotellina a forma di trottola che girando avanti e indietro fa muovere i meccanismi dell'orologio e produce il classico ticchettio delle vecchie macchine per misurare il tempo, non e facile capire se l'asse di questa piccola trottola è rotto in quanto, il movimento da individuare sarebbe di pochi centesimi di mm.; mastru Caloriu ci riusciva coi denti.

Calogero non andò mai a scuola ma riusciva a scrivere con la penna tra i denti e l'aiuto del polso.

Ho visto uomini e donne disabili fare cose incredibili come disegnare, mangiare o addirittura suonare la chitarra con i piedi, o essere un campione di lotta libera senza mani e piedi.

E meraviglioso come l'essere umano riesca ad adattarsi alle condizioni più avverse che la natura a volte ci riserva.

Ma per me "mastru Caloriu u zoppu" resta sempre il primo di questa categoria di persone straordinarie.

Di questa personale esperienza devo ringraziare mio nonno mastro Leo Fogliani che con la sua mania di avere l'orologio sempre preciso aspettava con ansia le 17,00, momento in cui la rai tv mandava l'ora esatta, appena si accorgeva che l'orologio, suo inseparabile amico non era esatto lo smontava e spostava una piccolissima levetta che serviva a variare la velocità dei meccanismi.

In realtà il Nonno una volta su tre provocava danno e di conseguenza mi mandava da mastru Caloriu per ripararlo.

 

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lunedì 20 aprile 2015                  scrivi a: webmaster@dyoniso7outline.com        Sicilyland.it