Il Promontorio del Capo

 

   Dopo il “Castello di Orlando”, il “Santuario di Maria SS. di Capo d’Orlando”, la “Casa Miramare”, dei quali si sono ricostruite in parte le vicende, le origini storico-culturali e l’epoca di costruzione si continua ad analizzare nel dettaglio il “Monte della Madonna” anche per la valorizzazione dei resti archeologici ancora esistenti in sito.

   Il promontorio del Capo di “Orlando” prima di “Agatirso” si è rivelato negli anni un contenitore inesauribile per i ritrovamenti di “oggetti” di tutte le epoche.

   Dai “si dice ”della gente da questo contenitore sono stati asportati monete, monili, anfore, armi ecc. ... di epoca Greca, Romana, Medievale, ecc. ... .

   In effetti è probabile che qualcosa sia stato trovato su questo promontorio dove ancora oggi sono visibili resti di antiche mura (greco-romano) in pietra arenaria squadrata e lavorata, sul lato a sud-ovest della “Casa Miramare”;

 

un abaco di capitello dorico poggiato per terra nel cortile della stessa “Casa”,

 

 e poco distante nel terreno di pertinenza, possono scorgersi circa dieci blocchi di pietra arenaria squadrata e lavorata “pronti da allora” per essere utilizzati.

 

   Inoltre, in tutti i muri di terrazzamento-contenimento, sono ben visibili resti di colonne, di mattoni e tegole in terracotta rossa di fattura romana oltre a cocci di vasi e/o anfore riconducibili a varie epoche.

 

   Anche la Soprintendenza ai BB.CC.AA. agli inizi degli anni ’80 ha effettuato dei saggi esplorativi a sud-ovest dei ruderi del Castello di Orlando.

 

   Si è sempre più convinti dell’IDEA-APPELLO per la RINATURALIZZAZIONE del “Monte della Madonna” e dell’USO NON ESCLUSIVO dello stesso in quanto patrimonio della collettività internazionale.

   Si chiede alle Autorità preposte alla salvaguardia di porre sotto tutela il promontorio nel suo complesso in base alle Leggi n. 1089 e 1497 del 1939 e approntare un progetto per la realizzazione di un Parco Archeo-Geologico.

 

                                                                                Arch. Giuseppe Librizzi