Il complesso denominato “MASSERIA”, è nei vari
spazi architettonici un esempio di come si articolavano le tipiche MASSERIE
siciliane d’epoca. Era una struttura produttiva attiva fino ai primi del ‘900,
ed espressione di abitudini lavorative ormai in disuso, e testimonianza
dell’economia agricola peculiare di questa porzione di territorio, che merita di
essere tutelata e recuperata con celerità in quanto il “degrado” ha già
intaccato parte del complesso edilizio nel tetto e nei muri.
La “MASSERIA”, risale al 1600, ed alla cui
presenza si deve il toponimo di “MASSERIA SUTTANA”.
Ciò viene confermato da Carlo Incudine in
“Naso Illustrata” del 1882:
“..... pel feudo Masseria, e giù giù in sino al mare
dall’onda or inquieta, or serena.
Ad oriente un vastissimo piano s’apre ed
allarga via via in mezzo a monti, a colline, a precipizi, a liete campagne, insino a Morco, il gran feudo, che nereggia inselvato, disegnandosi
maestosamente nel vano infinito; e a destra e a mancina su per l’ampiezza
ineguale e avvallantesi qui e colà della pianura, s’intrecciano, si abbracciano,
si addensano le ulive, grande ricchezza, che correndo al Sud per lungo tratto,
vanno a morire col Fitalia, spumante in un abisso”.
Con decreto di vincolo, del 21/09/1988
l’immobile è stato dichiarato di interesse Etno-Antropologico particolarmente
importante ai sensi del combinato disposto di cui all’art.1 della legge
regionale 01/08/1977, n. 80, e degli artt.1 e 3 della legge 01/06/1939 n. 1089,
e quindi sottoposto alle prescrizioni di tutela.