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Pubblicati sul periodico _ In Comune _ della Città di Capo d'Orlando

Pag. 2                                                     IN COMUNE                             5 Febbraio 1998

“... il sacerdote Giuseppe Merendino costruì un tempio,

dedicato a N. S. di Portosalvo e all’Anime del purgatorio; ...”

Dopo le immagini, già pubblicate, della Chiesa di S. Francesco (zona Vina - S. Filadelfio), la Chiesa “vecchia” di S. Lucia con annesso ossario, la Chiesa “nuova” di S. Lucia, annessa all’antico borgo del XVIII secolo, edificata verso la fine del XIX secolo; riprendiamo, Carlo Incudine in “Naso Illustrata” del 1882, quando dice:

“... il sacerdote Giuseppe Merendino costruì un tempio, dedicato a N. S. di Portosalvo e all’Anime del purgatorio; ...”.

Lo stesso, chiamato anche, “Chiesa Nova”, fu edificato, insieme alle prime case del Borgo di Capo d’Orlando in espansione, nella seconda metà del 1800 dalla famiglia Merendino, che la donò al “nuovo” Comune subito dopo il settembre 1925 con l’autonomia amministrativa del Borgo dal Comune di Naso.

La “Chiesa Nova” riportò dei danni nel terremoto del 1978 che la resero inagibile, e malgrado sia stata “restaurata” attualmente è chiusa “solo” al Culto.

Con questa premessa storica e con le valutazioni di carattere architettonico, il redattore del “vecchio” strumento urbanistico vigente (PRG Calandra), la inseriva nelle - Zone “BCA” - come architettura reli­giosa ancora esistente da recuperare, con l’applicazione delle norme previste dall’art. 57 del Regolamento Edilizio Comunale.

A tutt’oggi l’iter di salvaguardia previsto non è stato avviato e il risanamento del “tempio, visto lo stato di degrado, rischia di non essere più realizzabile.

Sollecitato da vari cittadini, si riportano le lamentele più diffuse:

a)   il mancato rispetto della volontà espressa da chi contribuì con i “fatti” alla formazione e alla crescita della nostra città, donando alla pubblica fruizione un “bene privato”;

b)   l’abbandono di uno dei pochi “beni architettonici” da tutelare e da mantenere in base al PRG (Calandra) vigente.

Inoltre si chiedono se la Sezione per i Beni Paesistici, Architettonici ed Urbanistici della Soprintendenza di Messina ha relazionato in merito; ed invocano la su citata autorità, se ancora non ha provveduto, a predisporre tutti gli atti necessari affinché si possa recuperare tale “Bene” alla destinazione e alle funzioni originarie.

Il gruppo di cittadini che si è fatto promotore per riaprire al Culto la “Chiesa Nova” evidenzia: che questa comunità è nata, ha cresciuto i propri figli, e si è sviluppata celebrando gli avvenimenti della vita di credente, passando per questo luogo, e sono fermamente convinti dell’importanza che lo stesso, ricoprirà nel futuro quale testimonianza architettonica, che ricorderà l’epoca e la cultura del tempo in cui è stata proposta.

I naturali del luogo hanno dimostrato con le loro iniziative di volere ciò a dispetto di chi in nome della “modernità”, della “grandezza”, degli “spazi più opulenti”, vuole cancellare un pezzo di storia delle “nostre” origini, in quanto sono convinti che il progresso di una comunità passa, soprattutto, attraverso la conoscenza delle proprie radici.

                                                                                                                                                                                                       Arch. Giuseppe Librizzi

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