La Soprintendenza
messinese per i beni culturali e ambientali, con lettera in data 2 agosto
2001 indirizzata al Sindaco del Comune di Capo d’Orlando, comincia con
l’esprimere il proprio “non
poco stupore” per aver appreso da notizia di stampa che vi sarebbero
stati dissensi tra Comune e Soprintendenza circa i lavori di restauro del
prospetto del palazzo municipale di Capo d’orlando ed in particolare circa
l’opportunità di rimuovere la lapide dedicata all’antica città di Agatirno,
per sostituirla - come è stata sostituita — con la lapide di mussoliniana
memoria che sino ad una cinquantina di anni fa (e non sino al 1988, come
erroneamente è affermato nella lettera stessa) si trovava nello stesso
posto.
La lettera della
Soprintendenza termina affermando che «non si può manifestare
apprezzamento per la posizione del Sindaco e dell’Assessore Antonio
Librizzi che, edotti da almeno due mesi dell’intendimento operativo,
diventano improvvisamente “mortificati”, “sorpresi” e dissenzienti”,
scordando tra l’altro la collaboratività relativa ai lavori in argomento
mostrata dalla scrivente».
In altri termini, se ci voleva
una prova concreta per giustificare la virtuale rinuncia del sottoscritto
alla cittadinanza orlandina, la prova — come mi aspettavo — è stata
fornita dalla Soprintendenza messinese per i beni culturali ed ambientali.
Naturalmente, il sottoscritto
potrebbe ritrattare seriamente la pur dolorosa rinuncia, ma solo dopo che
la lapide in questione sarà tornata nel preciso posto dal quale è stata
ingiustificatamente rimossa.
Capo d’Orlando,
7 agosto 2001
