Sanatoria:
capitolo due.
Le costruzioni abusive realizzate in Sicilia fino al 22
ottobre 1980 non saranno più tali.
La Regione, generosamente, passa un
altro colpo di spugna sullo scempio che è stato compiuto del territorio
siciliano e «aggiusta» con una norma quanto è stato fatto in
dispregio di tutta la legislazione urbanistica.
Tradotto in parole
povere, questo significa che coloro che non si sono attenuti alle leggi
si ritrovano una casa ed anche le cane in regola; quelli che invece alla
legge si sono attenuti scrupolosamente hanno le cane in regola alla pari
degli altri, ma non hanno la casa.
Stranamente,
favorevoli alla proroga della sanatoria si sono trovati tutti i gruppi
parlamentari.
Solo contrario, ed è stato sonoramente sconfitto in aula,
il governo che su questa vicenda ha sempre mantenuto una posizione di
rigida chiusura, espressa dall'assessore al Territorio on. Fasino.
Ma
tutti i gruppi, compresi quelli che danno vita al governo, si sono
ritrovati sul versante della sanatoria, cosi come era avvenuto
nell'autunno scorso in commissione.
A
sostegno della proroga sono state addotte diverse argomentazioni:
l'abusivismo e figlio della carenza di strumenti urbanistici comunali,
è frutto del desiderio primario di farsi una casa, di investire i
risparmi faticosamente accumulati, magari lavorando all'estero.
Insomma,
tutto un repertorio già adoperato tre anni fa, in occasione della prima
legge, e che è stato rispolverato.
Ma
l'assessore Fasino, nella replica agli oratori intervenuti nella
discussione generale, aveva affermato di dubitare di queste
argomentazioni e diceva chiaro e tondo, citando anche il parere di
qualificati organismi quali, ad esempio, l'Istituto nazionale di
Urbanistica, che l'ulteriore sanatoria non faceva che danneggiare il
territorio e penalizzare i cittadini che hanno rispettato la legge.
Gli
ha fatto eco il presidente della Regione On. D'Acquisto rivendicando al
governo un orientamento coerente e leale.
Ma
dai gruppi è venuta una conferma alla posizione assunta per la proroga
e cosi l'emendamento soppressivo proposto dal governo è stato respinto
a larghissima maggioranza.
Il
disegno di legge (l'Assemblea ha discusso ed approvato tutti gli
articoli e lo voterà nel suo complesso in una delle prossime sedute)
stabilisce la proroga della sanatoria dal 30 settembre 1978 al 22
ottobre 1980.
Il provvedimento è stato notevolmente allargato rispetto
al testo originario.
In
particolare, sono stati riaperti i termini per la presentazione delle
domande di sanatoria, tenuto conto che alla scadenza delle date a suo
tempo fissate le richieste erano state di gran lunga inferiori al numero
delle costruzioni abusive; sono stati ridotti, nella misura di 5 punti
in percentuale, gli oneri di urbanizzazione; sono stati abbassati gli
indici per la definizione degli agglomerati edilizi che scendono da 15
mila a 12 mila metri cubi per ettaro indipendentemente dal numero degli
alloggi e delle distanze.
Con
un emendamento dell'on. Messina (PCI) sono state poste le premesse anche
per la sanatoria delle case costruite su terreni del patrimonio dello
Stato ad Acquedolci.
La
questione della sanatoria per gli alberghi è stata invece rinviata alla
commissione Lavori Pubblici che — come ha dichiarato il suo presidente on. Traina (DC) — si ripromette di varare un apposito provvedimento. Lo
stesso Traina ha rilasciato una dichiarazione di piena soddisfazione per
il varo della proroga e per gli aggiustamenti apportati alle norme
urbanistiche, «dettati — ha affermato — dall'esperienza maturata
negli ultimi anni».
Anche
l'on. Cusimano ha espresso la soddisfazione del Msi-Dn rivendicando al
suo gruppo la prima iniziativa legislativa in materia, ma lamentando che
gli oneri sono stati abbattuti in misura inferiore a quella proposta dai
deputati missini.
Piero Fagone