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poesia di  Carmelo PRINCIOTTA

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Princiotta Carmelo

Librizzi Pippo

Cangemi Joe

Gammeri Pippo 

Mazzù Nino

Natoli Vito

Pizzino Maria

Valenti Rocco

Armeli Gino

 

Agatodèmone (1)

 

Agatodèmone era un mostro, ma non un “mostro normale”, vale a dire mostruoso, brutto, cattivo e feroce.

No, egli non era nulla di tutto questo.

Aveva il corpo di un grosso serpente e la faccia di un giovane, niente affatto brutta.

Avendo una faccia umana, aveva pure una bocca, una lingua e un cervello.

Dunque poteva parlare.

Sfortunatamente però nessuno lo ha mai sentito parlare, né lo ha mai visto perché egli non è mai esistito.

Esisteva solo nella fantasia degli antichi greci e, forse, in quella dei nostri antenati di Agatirno.

Gli antichi, certe volte, lo raffiguravano così come lo abbiamo appena descritto (in forma di serpente, con testa umana) e credevano fosse uno degli dei: il dio della vite e del vino e, per ciò, protettore dei vignaioli.

Lo chiamavano Dioniso o Nébride o Nebròdes.

 I Romani, però, lo chiamavano Bacco.

 Dicevano che fosse figlio di una donna chiamata Semele e di Giove, che era il padre di tutti gli dei e di tutti gli uomini.

Quando aveva 14/15 anni, scoprì che con il frutto della vite si poteva fare il vino.

Allora si mise a girare per la Grecia, insegnando agli uomini la viticoltura.

Una volta in Grecia ci fu una brutta epidemia di peste e, siccome a quei tempi non c’erano farmaci efficaci, invocarono Dioniso.

D’allora in poi, i sopravvissuti alla peste si ritennero salvati da Dioniso.

Chiamarono il dio del vino “Agatodèmone”, che in greco significa “buon genio” e, da quel momento, là dove si mangiava e si beveva in compagnia, brindarono in suo onore.

Gli antichi greci immaginavano che il demone, cioè il “buon genio”, fosse uno spirito buono, al quale era stato dato il compito di seguire il destino di ognuno, fin dalla nascita.

Il compito del demone, immaginato dai Greci, assomigliava un pochino a quello dell’Angelo custode, dei cattolici di oggi.

Chissà se “Agatirno”, il nome che anticamente aveva Capo d’Orlando, non derivi proprio da “Agatodemone”? Agli storici l’ardua risposta.

 

 

Princiotta Carmelo

Luciano Budigna

Mariagrazia Di Stasi

Arcodia Pasqualino

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lunedì 20 aprile 2015                  scrivi a: webmaster@dyoniso7outline.com        Sicilyland.it