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poesia di  Carmelo PRINCIOTTA

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Princiotta Carmelo

Librizzi Pippo

Cangemi Joe

Gammeri Pippo 

Mazzù Nino

Natoli Vito

Pizzino Maria

Valenti Rocco

Armeli Gino

 

Nébride (2)

Princiotta Carmelo

Luciano Budigna

Mariagrazia Di Stasi

Arcodia Pasqualino

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Secondo la mitologia dell’antica Grecia, la nébride era una specie di mantello, fatto con pelli di cerbiatto.

Nell’antichità si diceva che lo indossassero le Menadi, i Satiri, i Sileni e Dioniso stesso, durante i riti dionisiaci.

I Satiri erano esseri con gambe, zoccoli, orecchie e pelame caprini.

Abitavano nei boschi, dove danzavano sfrenatamente. Si accoppiavano con le Ninfe; violentavano le mogli dei contadini.

Suonavano zampogne, strumenti a fiato dal suono acuto chiamati pifferi e flauti di canna chiamati siringhe.

 

Le sacerdotesse di Dioniso, erano chiamate “Menadi” dai Greci; “Baccanti” dai Romani. Durante le cerimonie religiose, dedicate a Dioniso, sembravano invasate da sacro furore. Ciò significa che la loro agitazione per il rito dionisiaco, fatto di danze sfrenate e ubriacature, faceva aumentare la loro agitazione fino a perdere ogni controllo di se stesse.

 

 

I Sileni erano esseri con orecchie, zoccoli, coda e sesso equini. Abitavano in prossimità di luoghi acquosi: fiumi, laghi, paludi, sorgenti. Suonavano gli stessi strumenti dei Satiri (zampogne, pifferi e siringhe), danzavano sfrenatamente.

Si accoppiavano con le Ninfe, che prendevano con la forza.

 

 

Le ninfe avevano l’aspetto di bellissime fanciulle e restavano sempre giovani.

Erano la personificazione delle forze della natura: il mare, i fiumi, i monti, le valli, gli alberi, i boschi, i campi.

S’accoppiavano con i Satiri; subivano la violenza dei Seleni.

Dioniso medesimo veniva chiamato Nébride (in greco Nebròdes), a causa della pelle di cerbiatto che egli indossava.

Durante i riti dionisiaci, veniva ucciso un cervo e veniva offerto a Dioniso, dopo averlo scuoiato, graffiato e sbranato con le unghia e con i denti.

Questi gesti ferini simboleggiavano l’odio per il cervo, animale dannoso per la vite, dei cui tralci era ghiotto. La vite era sacra al dio del vino perché – come tutti sanno – è con l’uva che si fa il vino.

Lo storico orlandino Antonino Damiano sostiene che i nostri monti Nebrodi, presero il loro nome da Nebròdes che, come si è detto prima, era l’altro nome del dio del vino.

Dai Greci chiamato Dioniso e dai Romani chiamato Bacco.

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carmelo.princiotta@tin.it

lunedì 20 aprile 2015                  scrivi a: webmaster@dyoniso7outline.com        Sicilyland.it